Pandora
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“Piano piano la donna sollevò il coperchio, ficcò il viso nella breve fessura, ma dovette staccarsene subito inorridita. Un fumo denso, nero e acre usciva a folate enormi dal vaso e mille fantasmi orribili si delineavano in quelle tenebre paurose che invadevano il mondo e oscuravano il sole. C’erano tutte le malattie e tutti i dolori e tutte le brutture e tutti i vizi. E, tutti rapidi, inafferrabili, violenti, uscivano dal vaso irrompendo nelle case tranquille degli uomini. Invano Pandora, cercava affannosamente di chiudere il vaso, di trattenere i Mali e di rimediare al disastro. Il Fato inesorabile si compiva e da quel giorno la vita degli uomini fu desolata da tutte le sventure scatenate da Giove. Quando tutto il fumo denso fu svaporato nell’aria e il vaso parve vuoto, Pandora guardò nell’interno: c’era ancora un grazioso uccellino azzurro; era la Speranza, l’unico bene rimasto ai mortali a conforto delle loro sventure.”
Uno sguardo intorno alla ex Centrale Nucleare di Borgo Sabotino (privncia di Latina). Prima Centrale Nucleare ad entrare in funzione in Italia, all’epoca, il 1962 , era il reattore più grande in Europa , con una potenza elettrica di 210 MW. Nel 1986 l’impianto viene chiuso e la licenza dell’esercizio modificata , per condurre le attività necessarie per la messa in custodia protettiva passiva dell’impianto.
Nel 2000 SOGIN ha presentato il progetto di smantellamento dell’impianto (decomminssioning: apertura del nocciolo del reattore e del suo sezionamento). Il finanziamento pubblico ha per oggetto la copertura dei costi di demolizione degli impianti e della sistemazione del combustibile e dei rifiuti radioattivi. SOGIN è stata inoltre autorizzata a realizzare un deposito di Scorie Nucleari presso la centrale di Borgo Sabotino (che sarà in servizio dal 2011); edifici di “estrazione” e “condizionamento” di fanghi radioattivi, in teoria temporanei…
Il 60% dei 51mila metri cubi di rifiuti nazionali sono stoccati in siti sul territorio di Roma e del Lazio.
17500 m3 di materiale Nucleare sono stoccati in questa piccolo borgo in provincia di Latina, materiale che verrà chiuso in un deposito, nonostante nessuno abbia mai smantellato un Reattore Nucleare in Europa e in Italia non c’è ancora un percorso politico-amministrativo definito per tale impresa. La costruzione del deposito di Latina è stata decisa ed imposta con la forza , scavalcando numerose leggi (nel 2006 il via, con la scusa del rischio di attentati terroristici). La valutazione d’impatto ambientale resta un mistero per i residenti (verso i quali è passata la minima, se non nulla , informazione).
Nonostante la centrale non sia più in funzione da oltre 20 anni, rimangono una serie di problemi irrisolti: Perdite di radioattività riscontrate da Arpa Lazio e Nipaf, precarietà nello stato di conservazione dei rifiuti, denunciato da greenpeace, rilascio di radionuclidi in aria e acqua.
Il problema più grosso: La presenza nell’edificio reattore, di 3300 m3 di grafite contaminata con carbonio 14 (tempo di dimezzamento circa 5000 anni); una delle maggiori componenti dell’inventario volumetrico dei rifiuti di alta attività presenti in Italia. Attualmente non esiste nessun piano per gestire questo materiale.
Il territorio pontino è stato inoltre più volte tirato in ballo dai pentiti della criminalità per presunti traffici illeciti di rifiuti.
Dal monitoraggio dello stato di Salute delle popolazioni in prossimità delle ex centrali di Sabotino e Garigliano , si è riscontrato un incremento di patologie alla tiroide , leucemie e tumori.
La legge 368 destinava risorse per compensare i territori sedi di Servitù Nucleari, risorse che hanno subito tagli del 70%; in questo modo è stato sottratto alla città e agli abitanti quanto necessario per la ripresa dello sviluppo sostenibile e compatibile del territorio, soggetto quindi a spopolamento, abusivismo , danni sociali , ambientali ed economici.
“… di sua mano sollevò il grande coperchio dell’orcio e tutto disperse, provocando agli uomini sciagure luttuose… E mali infiniti , vanno errando fra gli uomini…”